Performance of sodium-glucose cotransporter 2 inhibitors in cardiovascular disease
Gli inibitori del cotrasportatore sodio-glucosio 2 (SGLTi) sono stati inizialmente sviluppati come trattamento per il diabete di tipo 2, ma il loro uso si è ora ampliato per includere i pazienti con malattie cardiovascolari (CVD). Infatti, questi farmaci hanno mostrato risultati positivi nel ridurre i sintomi e migliorare la salute generale nei pazienti con CVD. Ciò ha portato a uno spostamento dell’attenzione dal trattamento del solo diabete all’affrontare anche altre condizioni come l’insufficienza cardiaca. Di conseguenza, gli inibitori SGLT2 sono diventati uno strumento prezioso nella gestione non solo del diabete, ma anche delle malattie cardiache e renali croniche. Questo articolo approfondirà i meccanismi e i benefici degli inibitori SGLT2 e il loro ruolo nel migliorare la salute dei pazienti con più condizioni.
The role of optical coherence tomography in guiding percutaneous coronary interventions: is left main the final challenge?
Nonostante i progressi nella cardiologia interventistica, ci sono ancora sfide che devono essere affrontate nel trattamento di lesioni complesse. Mentre c’è stato un restringimento del divario tra gli approcci chirurgici e percutanei, il tasso di rivascolarizzazione ripetuta rimane più alto con quest’ultimo. A questo proposito, le tecniche di imaging intravascolare, come l’ecografia intravascolare (IVUS) e la tomografia a coerenza ottica (OCT), hanno svolto un ruolo importante nell’ottimizzazione dell’intervento coronarico percutaneo (PCI) per le lesioni nell’arteria principale sinistra (LM). Sebbene l’IVUS sia stato uno strumento ben consolidato in questo contesto, l’uso dell’OCT è ancora limitato e richiede ulteriori studi. Questo documento di revisione approfondisce il ruolo attuale dell’OCT nel trattamento della malattia LM, concentrandosi sulla sua utilità nella valutazione della morfologia della placca, delle dimensioni dei vasi e del corretto dimensionamento dello stent. Esamina inoltre il suo potenziale nell’identificare i meccanismi di fallimento dello stent, guidando lo stent di biforcazione e fornendo un confronto con IVUS sulla base degli ultimi dati disponibili.